Amore Biancorosso

Ricordi di persone che hanno amato la nostra polisportiva

Alessia Ballini

Sindaco di San Piero a Sieve
 
Pensare alla storia della nostra Polisportiva mi porta alla mente il vecchio campo sportivo “Bettini”, il suo manto erboso sparpagliato e vago, le tribune e il rumore delle assi di legno quando ci si correva giù, gli spogliatoi disadorni e le maglie biancorosse in mezzo al campo. Quando nel nostro paese divampò la polemica sulla realizzazione della nuova Scuola Materna, in pochi osarono portare alla discussione il valore sentimentale di quel luogo, argomento che appariva improponibile di fronte alle esigenze della comunità di una nuova scuola ed impronunciabile rispetto alla contrarietà di chi voleva collocarvici altre attività. Ma io credo che in molti, senza dirlo, pensarono che con il “Bettini” se ne andava una parte significativa del nostro recente passato, un luogo simbolico, un piccolo pezzetto della nostra identità.
In effetti il “Bettini” era anche l’emblema dello spirito nel quale la Società Sportiva prima e la Polisportiva poi erano nate e cresciute nel paese: con tanto lavoro volontario, con qualche azzardo costruttivo e con la partecipazione popolare, si realizzarono materialmente il campo ed i servizi; il parroco teneva l’area a disposizione della società, nella quale ci stavano sanpierini di ogni razza e provenienza. In anni di alta conflittualità politica, come quelli attraversati nei suoi primi decenni di vita, nella società convivevano idee politiche diverse e disparate, senza che ciò comportasse l’impossibilità di stare e lavorare insieme. Il campo “Bettini” era insomma la prova esistente di come i colori biancorossi fossero lo sforzo di una comunità, la sua voglia di fare, il suo modo di stare insieme e farsi rappresentare. 
La grande rivalità campanilistica offriva spunto ad incontri memorabili, partite giocate alla morte e spalti colmi di pubblico; cambiati i tempi è un’eredità che tuttora conserviamo: qualche sanpierino il lunedì mattina continua a guardare sul giornale, con qualche apprensione, il risultato di una squadra “confinante”, nella speranza di trovarvi sconfitte clamorose e posizioni di classifica irrecuperabili. Mi ricordo, inoltre, che, all’inizio degli anni ’80, si rese necessario fondere due squadre di pallavolo “under 15” di Scarperia e San Piero nella quale anch’io militavo (per la verità con scarsi meriti sportivi); all’inizio della stagione, ci consegnarono le borse, rimaste biancorosse, sulle quali si imponeva però la scritta “Pallavolo San Piero-Scarperia”. Dopo pochi giorni la frase sulle nostre borse era stata amputata con del nastro adesivo nero che copriva accuratamente la parola “Scarperia”, sotto la quale non volevamo proprio comparire!!!
Celebrare, dunque, i quaranta anni della Società Sportiva è un po’ celebrare la nostra comunità, il percorso che ha fatto in questi ultimi  quaranta anni, il come eravamo e il come siamo.
Come eravamo, sicuramente più poveri, ingenui e appassionati. Come siamo, possiamo metterci a discutere. Certamente abbiamo impianti sportivi moderni, eccellenti, di qualità; e se questa e le passate Amministrazioni hanno scelto di investire in questo, è proprio per la storica presenza nel paese di tanto impegno e passione. Se, tuttavia, discutendo su come siamo ci rendiamo conto che abbiamo perso un po’ della nostra forza, della nostra capacità di sacrificio, del nostro essere comunità, allora mettiamoci subito a lavorare perché tutto questo possa essere presto recuperato. I colori biancorossi ci possono dare una mano e noi, la comunità, possiamo dare una mano ai colori biancorossi perché questi primi quaranta anni siano solo l’inizio di una lunghissima storia.

 

Piero Ballini

Un Presidente

Sembra ieri, sono passati quarant’anni.
Migliaia di ragazzi hanno frequentato la nostra organizzazione; quasi tutti i cittadini, per periodi più o meno lunghi, sono stati coinvolti dalla stessa, siamo felici ed orgogliosi di aver dato un piccolo contributo alla Comunità Sampierina nel settore sportivo, nella educazione dei ragazzi e nella convivenza civile.
Mi auguro ed auguro a tutto il paese che la nostra associazione prosegua, anzi si migliori ancora per poter essere sempre più necessaria ed importante per i cittadini di San Piero a Sieve.
 

Questo piccolo grande amore

Angiolo Rossi (Rosetta)

Polisportiva e San Piero a Sieve un sodalizio che fin dalla sua nascita è stato alla base di tutte le attività sportive del nostro amato Paese e che, quest’anno, ha raggiunto i suoi “Primi 40 Anni”. Io per primo non posso non ricordare in questo particolare momento quelle indimenticabili giornate trascorse sul rettangolo di gioco, che sono sempre state caratterizzate da un sano agonismo sportivo: indimenticabili i derby con lo Scarperia!!!
Oggi come consigliere posso tranquillamente dire che quel periodo, intensamente vissuto personalmente, mi ha enormemente arricchito, e voglio ringraziare tutti coloro che insieme a me hanno condiviso gioie e dolori di questa lunga attività sociale, dimostrandomi grande stima e affetto, un ringraziamento di cuore che intende essere allo stesso tempo un invito a non dimenticare gli insegnamenti che lo sport, e in questo caso la Polisportiva, ci ha dato e continua a dare!
Auguri Polisportiva, che questi siano solo i primi 40 di un’esistenza lunghissima e piena di successi!
 

Un anziano signore al campo nuovo

Maria Amore e Alvaro Stefanacci

Domenica 2 Novembre, ore 10.00.
Non posso andare al cimitero, sono troppo vecchio, non mi va di assistere a tutta quella tristezza, ascoltare i ricordi di altri, pensare a mia moglie, no, proprio non mi va!
Al bar ieri mi hanno detto che al Campo Nuovo ci sarà una partita dei “primi calci”, boh! Sicuramente sarà un incontro tra bambini ed io ho voglia di respirare l’aria frizzante dei ragazzi, le loro aspirazioni, la loro energia, la loro caparbietà e allo stesso tempo la loro insicurezza. Mi copro bene e mi siedo sugli spalti di questo nuovo campo sportivo. Non ci ero mai stato, erano anni che non entravo in un campo.
Fischio d’inizio. Sbaglio o sono soltanto 7 i giocatori per squadra? Avranno sì e no 7-8 anni! Questo mi fa riflettere, in questi anni che sono stato lontano da questo mondo le cose sono molto cambiate! Mentre questi pulcini prendono a calci il pallone bianco e nero di cuoio un altro marrone scuro mi appare davanti agli occhi. Sono a metà degli anni 60, nel negozio dei bottoni del Mongatti si raccoglievano le iscrizioni dei primi ragazzetti di 10-12 anni che volevano iniziare a giocare a calcio. I nuovi atleti avevano un grande entusiasmo, tale da far smuovere gli animi del signore del legname “Mario di Ciappelli” e il mago della frutta “Enzo di Bini”. Questi signori erano tutti amici miei, insieme abbiamo condiviso non solo l’amore per questo sport, ma anche le vicissitudini che la vita ci ha riservato. Ora non ci sono più ed è anche questo un motivo per cui oggi ho deciso di essere qui, al campo nuovo, per sognare ancora una volta i loro sorrisi, ascoltare le lamentele contro gli arbitri e le urla di gioia ai gol dei nostri ragazzi.
Urla? Caspita, un grillino vestito bianco-rosso ha segnato. Però, gioca bene la mia squadra! Giocavano bene anche i ragazzi del ’50/51; bravi, svelti e tenaci. Le loro prime partite le disputarono a Faltona, nel campino del prete, mota e fango non toglievano certo la voglia di giocare  a quei ragazzi.
1966. Primo Campionato Allievi. Atleti di 14-15 anni, regalarono a San Piero vittorie su vittorie e la soddisfazione di arrivare primi.
Che umido! La nebbia non vuole proprio andarsene stamani, quei piccoletti tirano calci un po’ a lume di naso  . . . La nebbia è più fitta adesso, i giocatori sono più alti e grossi, le tribune del Bettini sono al massimo della capienza, il San Piero è in netto svantaggio, perde 2 a 0 dal Barberino, il mitico Barberino, rivale acerrimo di sempre. Un improvviso raggio di sole fa il miracolo. La nebbia si dirada e i sanpierini hanno un’esplosione di orgoglio ribaltando il risultato: 3 a 2 per noi. Così i giovani allievi del 66, juniores del 67, vinsero un altro campionato. Io, insieme ai miei amici, Mario ed Enzo, il massaggiatore Vanni Malesci e l’accompagnatore Giorgio Vinciguerra, eravamo più che orgogliosi, avevamo un bel fiore all’occhiello che valeva tutto il nostro impegno.
Fine primo tempo, ho bisogno di un bel tè caldo. Mentre scendo le scale per andare al bar mi torna alla mente il dispiacere di quell’intervallo nella finale della “Coppa Menti”, quando eravamo sotto di un gol, anzi un autogol di “Rosetta”, soprannome, se non mi ricordo male, di Rossi Angiolo. Non fu poi così male per “Rosetta” e per la prima squadra, infatti nacque un centravanti che ha continuato a segnare nella porta giusta per altri 10 anni. La vera tristezza non fu aver perso la finale contro il “Lanciotto”, ma la fine di una squadra che tanto ci aveva regalato. I ragazzi proseguirono nella prima squadra, in altre società, con altre maglie e con altrettante soddisfazioni.
Risalgo sugli spalti, la partita è già iniziata, voglio seguire attentamente questi piccoletti che stanno mettendo l’anima continuando ad attaccare nonostante siano in vantaggio.
E’ importante puntare sui giovani, bisogna insegnarli, coccolarli, ascoltarli . . . Enzo era eccezionale in questo, aveva uno spirito e una gioia nell’allenare i ragazzi che coinvolgeva anche i  non addetti ai lavori. D’altro canto Mario, da esperto calcistico, dedicava il suo tempo libero alle beghe della società, all’amministrazione e ai rapporti con i proprietari del campo sportivo.
Urla, fischi, genitori allegri, genitori incavolati,3 a 3 la partita è infuocata, altro che serie A!
Quanto tempo è passato, quanti ragazzi hanno preso a calci il pallone, quanti genitori impegnati per aiutare la società, ma cos’è cambiato? Di sicuro le regole, un po’ anche la mentalità,  l’organizzazione, in tutto posso notare più divisioni di compiti, è tutto più schematico, ma l’entusiasmo è quello di allora.
Gooool! Un'altra rete, fischio di fine partita,  4 a 3 per il San Piero.
Me ne torno a casa contento, tornerò anche la prossima domenica!
 

Otto anni a San Piero

Bubi Romei

Che nel mio destino ci fosse un’oscura predestinazione al che io, prima o poi, assumessi importanti responsabilità tecniche nel San Piero, cominciai a sospettarlo proprio nell’autunno del 1963, periodo nel quale  fu, appunto, fondata la Società Sportiva, dato che l’allora Presidente Sig. Fratoni mi contattò,  tramite i due fratelli Giannotti , perche prendessi la guida della compagine bianco-rossa allora, ovviamente, militante in terza categoria
Potei declinare l’onore in quanto  avevo assunto impegni precedenti con altre società.
Cinque anni  dopo, però,  il sospetto della predestinazione  prese ancora più corpo perché, all’inizio della stagione agonistica (il !968/69), ammalatosi ai sanpierini il tecnico, il nuovo presidente Nino Cresci mi supplicò, tra i singhiozzi, di voler curare (anche se ero in forza mi pare alla  Sales)  la preparazione degli atleti bianco-rossi in vista dell’imminente campionato, promettendomi in cambio un sostanzioso emolumento.
Io la preparazione la curai....per l’emolumento  attendo ancora….. Nonostante che, per quanto  riguarda questi due tentativi di sottrarmi a tante responsabilità,  tutto fosse andato a buon fine,  a metà della stagione 1982/83  non ebbi il cuore  di dire di “no” al Presidente  dei Presidenti, Giuliano Conti, Marchese della Brioscia  nonché Barone del Filoncino, il quale mi convinse al gran passo, sventolandomi   sotto il naso un intero libretto di assegni pregandomi a calde lacrime  sfornate di fresco  di dargli una mano per  tirare un po’ in su  la squadra, che si  era impantanata  nei bassifondi  della classifica.
Inutile dire che accettai commosso ed anche  più inutile dire che non appena carpitomi l’assenso, si rimise subito il libretto in tasca.
La missione fu portata brillantemente in porto (quinto posto su quattordici squadre)  anche se a Giugno mi riuscì  di “svicolare”  adducendo impegni familiari.
Ma non sapevo che il peggio doveva ancora venire! Infatti, di lì a tre anni, il destino  patrigno tornò nuovamente alla carica nei soliti panni del’immarcescibile Giuliano Conti, che mi promise la doppia carica  di responsabile del Settore Giovanile, nonché il titolo di D.S.;   ovviamente  con doppio stipendio.  Il contratto fu stipulato in questi termini … per il settore giovanile poche  lire… per  l’ufficio di D.S.  … poche lire. Totale pochissime lire!
Questi due incarichi li mantenni per ben quattro stagioni portando, in collaborazione con tutti, il settore giovanile al vertice dei valori mugellani con ottimi piazzamenti ed una  bellissima ed esaltante vittoria nel campionato Juniores provinciale! Inoltre nella veste di D.S. contribuii  assieme ai valorosi allenatori  Piccini e Galli  alla promozione del San Piero in Prima Categoria.
Poi  nuova fuga in quel di Firenze ed ovviamente (destino inesorabile!) il nuovo ritorno dopo cinque anni! E così... amaris in fundo… fui costretto  a sostare  nel ridente paesino  mugellano  altre  tre  stagioni  che furono, anche queste,  di  buon lavoro (collaborazione con i vicini del Vaglia, incremento decisivo della scuola calcio etc. etc…).
Devo  onestamente ammettere  che tutti questi traguardi furono raggiunti per la fattiva  collaborazione del Sig. Enzo Toni il quale mi aiutava solerte con i suoi saggi consigli per me estremamente preziosi in quanto agendo io esattamente al contrario di quanto lui  mi suggeriva, centravo sempre l’obiettivo!
Finalmente al concludersi della stagione 1997/98 la sorte avversa mi divenne  finalmente benigna  e mi concesse di  chiudere finalmente il mio rapporto con il San Piero che aveva  assorbito, sciupandomela, la parte migliore della mia carriera di Mister!
Il destino si era compiuto ….. la nemesi  era placata! (veramente  questo c’entra poco ma a mettere dei paroloni uno ci fa sempre bella figura!). Otto anni…..  dico otto (un record)..... di  saltuaria  ma intensa collaborazione si erano conclusi! A quel punto non mi  restò che prendere con me il libro dei ricordi  e salire  con passo lento sulla Sita …. per l’ultima volta… Libro dei ricordi che ogni tanto  riapro e dal quale  mi saltano alla memoria  tanti volti noti…volti cari… volti  di persone con le quali ho diviso  gioie (molte) e delusioni (poche). Persone  delle quali non mi scorderò mai  più per  tutto il resto della vita.  Come poter dimenticare  infatti i’  Ciappelli….. gli Enzino… il Bani….il Ricciolini…. ( che purtroppo per la società e non solo non ci sono più!), il vulcanico Tony (che sempre  purtroppo per la società invece c’è sempre!),  il Presidentissimo Conti con seguito di Ballini e Barchielli, l’ottimo e formoso Rossi, Possenti (frammento d’ossa all’apparenza ma colosso nella mente) e   Andrea Bani e i  tecnici  che hanno con me collaborato ad una stagione forse irripetibile, Fernando Piccini, Giuliano Galli, Moreno Ferretti, Paolo Amerini, Franco Ciampelli, lo schizzoso Furi e...e...e.. poi basta  se no mi ci vorrebbe  una enciclopedia per nominarvi tutti, cari compagni di viaggio di  un percorso meraviglioso!
 

Pallavolo come cominciò

Alvaro Stefanacci

Non solo calcio!
Dopo più di un decennio dominato dallo sport più amato, si evidenzia nel nostro paese il desiderio di cimentarsi in altre attività sportive, così nel 1975 nasce la prima squadra maschile di pallavolo!
All’inizio non è stato facile, anzi! Oggi a quasi 30 anni di distanza sorrido al ricordo di quegli anni, ma allora . . .
La palestra era piccola e irregolare, di conseguenza le partite di campionato dovevamo disputarle in campo neutro, ovvero presso la palestra delle Scuole Medie di Borgo San Lorenzo. La primavera ci regalava non solo il tepore del primo sole, ma anche la possibilità di effettuare le suddette partite all’aperto, nel famoso “campino” situato dietro le scuole. Proprio quello che, alla fine degli anni 70, ha ceduto il suo prezioso terreno per la costruzione dell’attuale palestra! Come precursori di questa “pallavolo” così nuova e così entusiasmante, abbiamo  dovuto lavorare sodo per farla conoscere ed apprezzare dai nostri compaesani, organizzando tornei, spesso in occasione delle Feste dell’Unità.
La passione, l’impeto, l’energia della squadra maschile coinvolse anche un gruppetto di ragazze, le quali insieme a Giovanni Noferini come allenatore, costituirono la prima squadra femminile, partecipando al campionato U.I.S.P.
Continuo a sorridere ricordando il primo Sponsor: Ditta Lima, sulla tuta bianca avevamo ricamato una “suggestiva” betoniera, simbolo di questa ditta che è stata la prima a dimostrare generosità per il nostro sport.
Siamo al 1978, nella sede della Polisportiva arrivano volantini che pubblicizzano una gita sportiva a Barcellona, Spagna. Non stavamo più nella pelle!  Giovanni Noferini si prestò a far sì che il nostro desiderio si realizzasse. Tutto pronto, allenatore, dirigente e giocatori all’aeroporto di Milano in trepidante attesa che il volo venisse annunciato.
Splendido, i nostri nominativi erano nel tabellone di partenza, un’emozione ci pervase, eravamo pronti ad affrontare viaggio, partite e chissà cos’altro, quando . . . le finestrine nere del tabellone in un attimo cancellarono il nostro sogno. Addio Barcellona! Pagammo cara l’ingenuità dei vent’anni. La caparbietà è una caratteristica degli abitanti di San Piero, così riuscimmo l’anno seguente ad organizzare il nostro viaggio sportivo in Spagna.
La squadra di allora aveva dei talenti predisposti al gioco della pallavolo, infatti negli anni che seguirono, allenati da Emilio Nardoni, riuscirono a partecipare a campionati di livello superiore, come la serie C. Per onor di cronaca devo riferire che Emilio Nardoni continua ancora con successo ad allenare a Scarperia una squadra maschile, partecipando al campionato C1 della FIPAV.
Ho parlato al maschile, ma non è che il “gruppetto” di 10 ragazze iniziale, allenato da Giovanni Noferini , non ci ha regalato emozioni. La squadra femminile è cresciuta, le ragazze di ieri hanno ceduto il campo alle ragazze di oggi.

 

Ricordi sotto rete

Silvia Padellini

Poco tempo fa stavo leggendo un articolo sulla Nazionale Italiana  di pallavolo dove tutte le atlete raccontavano di avere iniziato a giocare guardando i cartoni animati giapponesi pertanto si sentivano figlie di Mimi Aiuhara e Mila e Shiro.
Le ragazze di cui vi voglio parlare sono invece figlie della grande passione per questa disciplina sportiva e dello spirito sportivo allo stato puro (hanno inziato facendo gli allenamenti in Villa Adami, in un fondo in Via Provinciale e giocando le partite nella palestra di Vicchio, vi lasciamo immaginare i risultati).
Nel 1982 finalmente ecco la palestra, un posto vero dove potersi allenare e cominciare a costruire una vera squadra. La rosa delle atlete era così composta: Berni Alessandra, Gensini Adriana, Lisi Italia, Poggi Brunella, Landi Barbara, Marchesini Cristiana, Moricci Marta e Monica, Grossi Costanza, Sassoli Gianna più, diciamo, le tre straniere Galgano Maria, Mattini Maria, Padellini Silvia.
Le ragazze erano molte e motivate, ma fra il dire ed il fare c’erano di mezzo tutti i caratterini delle stesse pertanto il primo grande lavoro dell’allenatore, il mitico Alvaro Stefanacci, fu quello di creare un gruppo che riuscisse a trovare una propria armonia  prima nello spogliatoio e poi in campo.
Fatto tutto questo, cosa non facile, iniziano ad arrivare anche i primi risultati di un certo rilievo, primo di tutti la Coppa Primavera.
Nel frattempo alcune delle ragazze  per motivi vari dovettero lasciare l’attività  ma furono presto rimpiazzate da forze giovani: Ballini Alessia, Naldi Gloria, Messeri Katia, Villoresi Elisabetta. Fra alti e bassi  arriviamo agli anni 1984/85, anche questa stagione sembrava partita come tutte le altre ma invece no, la squadra iscritta alla 2° categoria U.I.S.P. riesce ad ottenere un bel primo posto nel proprio girone e a conquistarsi la 1° categoria per l’anno successivo.
C’è poi il campionato 1985/86 in cui la squadra primeggia raggiungendo gli spareggi per l’Eccellenza, poi sfuggita per un soffio.
La società comincia a credere in questo gruppo cosi’, nella seconda parte della stagione, viene deciso di iscriverlo alla 3° categoria F.I.P.A.V. Qui però le cose si complicano, le squadre sono più competitive  e ci vogliono  ancora tre anni  prima di riuscire ad  ottenere la promozione in seconda categoria che questa squadra  lascerà in eredità l’anno successivo ad un gruppo  completamente  rinnovato  costruito sulle ragazze del settore giovanile.
Poi c’è la stagione 1986/87  che oserei definire magica. Partiamo dall’inizio. La società è spronata  da Stefanacci e Barchielli che, venuti in contatto con alcuni responsabili U.I.S.P.,  decidono di organizzare  per il mese di settembre  uno scambio sportivo-culturale con una squadra dei paesi dell’Est. Gli allenamenti iniziano prima del solito, un gran fermento  ruota intorno all’avvenimento, lo scambio avverrà con una squadra di Nachod, cittadina situata a 100 Km. a nord di Praga, ai confini con la Polonia.
Pronti, partenza, via. La comitiva che si muove da San Piero  è formata da ben  50 persone, 25 atlete di cui 13 della prima squadra e 12 dell’under 16, più dirigenti, accompagnatori, amici e fidanzati, insomma una bella combriccola. L’esperienza di quel viaggio  fu molto positiva sia dal lato sportivo che da quello culturale. La sua magia  proseguirà ed accompagnerà la squadra fino alla fine della stagione: Campionato U.I.S.P. 1° categoria dominato alla grande fino dalla prima partita, solo un incidente nella partita con il Viaccia di Prato  che però non compromette assolutamente nulla.  Primi nel girone e prima partita di semifinale in casa  con la seconda dell’altro  girone, il Sorgane.
La palestra è gremita come non lo era mai stata in tanti anni di attività,  la tensione è alta ma ne viene fuori comunque un incontro divertente vinto dalla Polisportiva  per 3 a 1 .
Martedì sera finale ancora a San Piero in ragione dei set vinti, contro la “Stella Rossa” di Scandicci. La palestra è stracolma,  il tifo è alle stelle; solo al 5° set, dopo una partita durata più di due ore  le ragazze di San Piero  riescono a far  loro l’incontro, il titolo di Campionesse Provinciali  1° Cat. , l’ammissione al campionato di Eccellenza  e per finire il titolo di rappresentanti  della Toscana alle finali  nazionali U.I.S.P.  che si disputeranno a Milano a Giugno .
Il risultato ottenuto in questa occasione non fu purtroppo esaltante, soltanto quinte in una tre giorni  di incontri  disputati in palestre che sembravano forni  e dove la stanchezza  per questa  lunga stagione  faceva sentire tutto il suo peso.
Dopo pochi giorni, con una cena da favola,  l’allenatore salutava tutte le atlete  ringraziandole per la stagione da “incorniciare “ ma la famiglia, dopo tanti  anni lo reclamava un po’ per se; con questa cena finisce anche la storia di questo gruppo  che nell’anno successivo parte a ranghi ridotti per una serie  di incomprensioni e per l’abbandono di molte delle sue atlete.
Ma vi dò un consiglio, se doveste incontrare qualcuna di loro , anche se gli anni trascorsi    sono ormai molti, non proponetele di fare una partita perche la voglia è la stessa di allora ed accetterebbero sicuramente!

 

Dolci ricordi

Mariano Mirannalti

Anche io come molti Sampierini ho vestito per più di 10 anni la casacca biancorossa e ricordo con grande affetto tanti momenti di gioco e non; dallo stupendo campionato Juniores con il Mister Renzo Rossini (non concedemmo neppure un punto nelle partite casalinghe) alle sonore batoste rimediate nei "Primi Calci", indimenticabile il 6-0 (8-0 n.d.r.) contro l'Isolotto con 5 reti di un certo Francesco Flachi, ai consigli pratici e pittoreschi del Mister Rosetta fra i quali quello che maggiormente colpiva il mio immaginario: "Il centravanti lo devi seguire ovunque, anche nel bagno" e così potrei andare avanti per giornate intere.
Ma la Polisportiva non è stata soltanto Calcio, ha rappresentato per me e penso per molti miei coetanei momento di aggregazione, occasione di crescita, in quel rettangolo di gioco spesso motoso, sono nate amicizie e sono cresciuti valori che tuttora vivono. Per tutto questo grazie di cuore a tutti quelli che hanno contribuito alla nascita e alla sopravvivenza di una realtà che è stata così importante per me e penso per tutto il paese.
 

La prima squadra

Giuseppe Possenti

E’ con sincero piacere che ci accingiamo a riprendere, seppur per una volta, uno spazio che qualche anno fa era consuetudine attraverso le colonne  del  “Biancorosso”.
L’occasione, ghiotta, del quarantennale della nostra associazione ci offre l’opportunità di rinnovare i nostri “colloqui” con tutti coloro che avevano e che hanno, tuttora, a cuore le sorti del sodalizio biancorosso.
L’esiguo spazio a disposizione ci concede soltanto telegraficamente di ripercorrere le tappe fondamentali che hanno caratterizzato la Polisportiva negli ultimi anni:sicuramente l’elemento cardine da tenere in grande considerazione è stato la creazione, sotto la regia dell’Amministrazione Comunale di S.Piero a Sieve, del cosiddetto “polo sportivo” di Via Donatello che ha dotato la nostra associazione di impianti all’avanguardia sul territorio mugellano.
Il glorioso Bettini ha passato il testimone allo Stadio Comunale; questo potrebbe essere un titolo,giornalisticamente ad effetto, di quello che è effettivamente accaduto. Ed è proprio in questo nuovo stadio che continuano a perpetuarsi le gesta dei biancorossi intesi come giocatori di calcio. E’ notorio che la prima squadra rappresenti la punta dell’iceberg di tutto il “movimento”, ed è altrettanto condivisibile l’equazione che equipara risultati sportivi allo stato di  salute della società: ebbene senza  eccessivi trionfalismi che, peraltro, non ci appartengono, possiamo tranquillamente affermare che,soprattutto nel corso degli ultimi anni, stiamo assistendo ad un vero e proprio salto di qualità della nostra società sia negli aspetti sportivi, sia in tutte quelle peculiarità che caratterizzano un’associazione di volontariato come la nostra. Sotto la guida degli attuali presidenti, Ballini – Noferini, infatti, si è, di fatto, giunti al tanto sospirato risanamento economico, ma, paradossalmente siamo portati a ritenere che l’aspetto più importante che sta emergendo sempre più nitidamente negli ultimi tempi, sia quello rappresentato dai nuovi rapporti intrapresi dalla Polisportiva nei confronti delle altre associazioni di volontariato sampierine: ne è chiara testimonianza l’organizzazione della manifestazione “San Piero a Tavola “ svolta in grande collaborazione con le altre associazioni di volontariato e con i rappresentanti dei rioni del paese, che, di fatto, ha chiarito a tutti, se mai ce ne fosse stato bisogno, che la ricerca di rapporti di “buon vicinato” deve assolutamente continuare e se possibile aumentare  poiché l’azione della Polisportiva San Piero a Sieve  deve soprattutto tendere a promuovere il sodalizio stesso, nei riguardi del tessuto sociale del paese puntando al rilancio del settore giovanile ed alla valorizzazione delle altre discipline sportive che troveranno ,sicuramente, grande  slancio da i nuovi impianti sportivi a disposizione.
Tutto questo senza dimenticare, e  mai lo faremo, la prima squadra che rappresenta il motore di tutto il “movimento”. Attualmente si trova ad affrontare, per il terzo anno consecutivo, il Campionato di Promozione Toscana venendo da due quarti posti ottenuti nelle ultime due stagioni che siglano il più alto risultato sportivo mai raggiunto dalla squadra di S. Piero nel corso dei quaranta anni di storia. Dopo Andrea Bertini alla guida dei biancorossi è arrivato Massimo Innocenti con il quale speriamo di confermare il trend positivo di risultati emerso negli ultimi anni. Per quanto riguarda la campagna acquisti-cessioni attuata per formare l’attuale I squadra, possiamo dire che la “rosa” ha subito un discreto cambiamento:sono partiti, infatti, giocatori “storici” quali Pinzani, Bambi, Filipponi, Urbinati, mentre sono arrivati tra gli altri il “bomber” Pifferi ed il difensore-centrocampista Tempestini; sono stati promossi dalla squadra juniores Nuzzi, Pieri e Miniati che vanno ad arricchire la già cospicua “colonia” dei sampierini d.o.c. presenti in squadra.
Nel momento in cui scriviamo questo “pezzo” dobbiamo, purtroppo, registrare che la classifica dei biancorossi dopo quattro giornate non è delle migliori, tuttavia, in base all’esperienze delle ultime due stagioni, dove la squadra ha subito un vistoso calo nella parte finale del torneo, confidiamo, o almeno speriamo molto quest’anno, di invertire la tendenza.
In conclusione ci permettiamo anche noi di sfruttare questo spazio per augurare alla Polisportiva San Piero a Sieve buon compleanno con l’auspicio che gli anni a venire siano forieri,con la buona volontà di tutti,di sempre maggiori soddisfazioni.
Ad Maiora !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

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La Polisportiva San Piero a Sieve rappresenta un punto di riferimento importante per il mondo sportivo e sociale sampierino e non solo, grazie al lavoro e all’impegno di tanti volontari e appassionati che dal 1963 ad oggi hanno contribuito alla nascita e alla crescita della nostra associazione sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo.

 
Polisportiva San Piero a Sieve
via Donatello 1
San Piero a Sieve
50037
Tel: 0558498229
Email: polsanpiero@libero.it
P.iva: 03414210488
Cf: 83002240485